Le modalità con cui si possono legare due inquadrature, al montaggio, sono, oggi, numerose e sempre più fantasiose. Mentre nel cinema la maggior parte dei passaggi avviene tramite taglio netto, il cosiddetto Stacco, nei video di altro genere si è ricorso nel passato, ma talvolta lo si fa ancora, alle transizioni. E’ un argomento sempre caldo al Corso di MONTAGGIO & POSTPRODUZIONE.

Se è vero, come è vero, che quello dell’audiovisivo è un vero e proprio linguaggio, le transizioni possono essere paragonate alla punteggiatura, poiché hanno il compito di stabilire il rapporto tra l’inquadratura precedente e quella seguente. Sia tra due inquadrature all’interno della stessa scena, sia – soprattutto, molto più frequentemente – tra le due inquadrature che segnano la fine di una scena e l’inizio della successiva.

I software di montaggio, oggi, ne propongono una varietà notevole, sempre più numerosa. Così, mentre alcune possono essere originali e divertenti, solo poche, forse pochissime, sono quelle che riescono effettivamente ad assumere un significato preciso. Tutto dipende dallo stile e dalla tipologia del prodotto finale, del montaggio che si sta effettuando, e, soprattutto, dalla narrativa dello stesso.

Comunque, la buona norma vuole che se si opta per l’utilizzo di una transizione “speciale” per sottolineare un particolare effetto narrativo è bene farlo per evidenziare sempre lo stesso significato. Si consideri, poi, che due effetti dello stesso tipo, ma con direzione opposta – sempre se non troppo distanti nel tempo – possono essere usati come una coppia di parentesi per aprire e chiudere una sezione del video.

Ma quali sono le Transizioni più note e utilizzate? Sicuramente le assolvenze e dissolvenze. Spesso utilizzate anche nel Cinema, prevedono che l’immagina venga a formarsi sullo schermo apparendo (Assolvenza) da un fondo colorato – tipicamente nero, ma esistono anche esempi di assolvenza da bianco, blu o rosso – oppure, al contrario, che l’immagina gradualmente sparisca (Dissolvenza), come inghiottita sul fondo colorato. L’utilizzo narrativo è spesso legato all’inizio e alla fine di un momento.

Nel passato era consuetudine iniziare il film con un’Assolvenza da nero e terminarlo con una Dissolvenza a nero. Era il segnale per il pubblico, non ancora esperto o smaliziato come quello di oggi, che il film, il racconto, iniziava e finiva. Era una prassi talmente consolidata che le stesse sceneggiature iniziano, ancora oggi, nonostante non ve ne sia più bisogno, con la dicitura FADE IN (Assolvenza).

Paragrafo a parte, meritano le Dissolvenze Incrociate (Crossfade). Sono transizioni con cui ad un’immagine, la cui luminosità diminuisce fino a sparire, se ne sovrappone una la cui luminosità aumenta fino a riempire il quadro. E’ la più antica e la più utile delle transizioni. Tanto è vero che ne viene fatto largo uso ancora oggi, anche nel Cinema. Dal punto di vista narrativo segnala al pubblico un passaggio di tempo – attimi dopo, così come anni dopo – a prescindere dalla durata dell’effetto.

Oggi, abituati alla velocità dei tagli di montaggio, siamo ormai capaci di cogliere i cambi di inquadrature e di “leggere” anche inquadrature di pochi secondi. Il senso del tempo narrativo trascorso, inoltre, ci viene trasmesso da altri elementi legati più ai personaggi o all”ambiente in cui si muovono. Nonostante questo, alcuni registi utilizzano le dissolvenze per marcare la narrativa, esattamente come si faceva un tempo.

Esistono, poi, molte altre transizioni più o meno fantasiose. Le riportiamo per dovere di cronaca, visto che il loro utilizzo è spesso relegato a particolari montaggi. Abbiamo, per esempio, la Tendina orizzontale (Wipe), ovvero una linea verticale dallo spessore più o meno marcato – a volta colorata, in tono col video che si sta realizzando – che, spostandosi dall’estremità sinistra a quella destra dello schermo – o viceversa – rivela una nuova immagine e occulta la precedente. Ovviamente lo stesso effetto può essere verticale, diagonale, doppio, ecc.

E poi, volendo scendere ancora in dettaglio, troviamo la transizione Push, in cui una nuova immagine entra da uno qualunque dei lati dello schermo e sembra spingere fuori l’immagine preesistente. Oppure il Voltapagina (Turnpage), dobe l’iimmagine precedente viene “sfogliata via”, oppure, se usato al contrario, la nuova immagine copre la precedente. E ancora il Reveal (o Slide) con cui l’immagine preesistente si sposta e rivela l’immagine sottostante; usando l’effetto al contrario la nuova immagine viene a coprire la precedente.

I moderni software di montaggio, come detto, ne prevedono centinaia e sempre di nuovi. Il nostro consiglio è di usarle con cognizione di causa. E molta, molta cautela.